Sin da quando l’uomo ha imparato ad utilizzare il metallo per produrre oggetti ed utensili, i depositi minerari della Toscana sono stati meta di intense ricerche. Prima i minerali di rame e successivamente quelli di ferro, di piombo e d’argento, sono stati individuati e trasformati in metallo attraverso cicli produttivi spesso molto complessi.
La sapienza empirica dei minatori e dei fonditori era notevolissima e ci ha lasciato numerosi esempi di manufatti, spesso realizzati in “lega”, utilizzando cioè più metalli che potevano essere combinati chimicamente per produrre un nuovo materiale dalle caratteristiche differenti. Di questi processi rimangono spesso i prodotti “di scarto”, cioè le scorie, da cui con opportune analisi si possono ottenere molte informazioni. In epoca storica uno degli impieghi più conosciuti del metallo e delle leghe è la produzione di monete.
Fra i metodi analitici che si utilizzano per ricavare informazioni sulla composizione chimica dei materiali antichi senza danneggiare in alcun modo i manufatti c’è la fluorescenza a raggi X. Grazie a strumentazioni sempre più sensibili e miniaturizzate, oggi possiamo effettuare le analisi direttamente nei musei, oppure sui cantieri di scavo, dove i reperti vengono rinvenuti.
In questa esperienza proponiamo un approfondimento sui cicli metallurgici, sulla produzione di monete, mostriamo prodotti intermedi (scorie) ed effettuiamo analisi fisico-chimiche grazie alla disponibilità di uno strumento pXRF
Orario: 16.00 – 20.00
A cura del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali.
In collaborazione con la QUANTANALITICA SRL