L’abito non fa il monaco: ed il robot? Robot sociali e stereotipi di genere

Data: 30/09/2022
Ora: 16:00
Luogo: Siena - Santa Chiara Lab

Il grande sviluppo di tecnologie robotiche degli ultimi anni ha favorito lo sviluppo di robot sempre più umanoidi con diversi gradi di caratteristiche fisiche antropomorfe, progettati per essere impiegati nei diversi contesti sociali: educativi, di intrattenimento, clinico-assistenziali e per lo svolgimento di compiti che fino ad ora sono stati svolti dagli esseri umani, quali per esempio la gestione della smart home, la riabilitazione e la cura degli anziani, l’intrattenimento per i bambini, l’assistenza nei musei come guide turistiche ecc..

La caratteristica dei robot sociali è prima di tutto dunque quella di lavorare a stretto contatto con l’essere umano e la loro efficienza dipende molto anche dalla qualità dell’interazione e della relazione  che si instaura con l’essere umano. 

I robot sociali sono in grado di comunicare attraverso strategie di interazione che comprendono l’uso della parola, delle espressioni facciali e dei gesti comunicativi non verbali, tuttavia l’accettazione dei robot in ambito sociale non è cosa semplice, poiché richiede non soltanto una tecnologia estremamente avanzata, ma anche capacità interattive ancora non del tutto esplorate.

Numerosi studi evidenziano come le persone interagiscano con computer e robot attribuendo loro identità di genere e applicando le stesse regole sociali e probabilmente gli stessi stereotipi di genere che applicano all’interazione con altri esseri umani.  Le caratteristiche del design dei robot, come la lunghezza dei capelli, la voce, l’aspetto sono in grado di innescare nelle persone che interagiscono con robot umanoidi la percezione di un robot come maschile o femminile e attivare risposte diverse in chi interagisce con queste tecnologie.

Ha senso dunque chiedersi se le convinzioni che le persone hanno su uomini e donne in riferimento al loro ruolo sociale, alle attitudini lavorative e agli stereotipi di genere si attivino anche nell’interazione con queste tecnologie, e se ed in che modo l’uso dei robot possa rafforzare o meno gli stereotipi di genere.

Lo studio in corso di pubblicazione è stato condotto selezionando otto robot dal database ABOT (Phillips et al., 2018; https://www.abotdatabase.info/) un database completo che comprende 251 robot commerciali, ciascuno dotato di valutazioni di somiglianza con l’uomo (su una scala da 1 a 100). I robot sono stati scelti principalmente in base alla loro valutazione del genere percepito, come riportato nel database ROBO-GAP (Perugia et al., 2022; https://robo-gap.unisi.it/), compresi 4 robot considerati femminili e 4 considerati maschili.

Nel corso della notte dei ricercatori verranno presentati i risultati dello studio, in via di pubblicazione, e saranno organizzate alcune attività relative al tema degli stereotipi di genere e interazione uomo-robot in ambito sociale, utilizzando il laboratorio di realtà virtuale dell’Università di Siena, presso il Santa Chiara Lab. 

Il laboratorio è dotato di una Cave Automatic Virtual Environment, una stanza per la realtà virtuale a forma di cubo, dotata di proiettori video diretti su tre lati che avvolgono l’utente in modo immersivo.

 

SDG – 5

Orario: 16.00 – 20.00

 

A cura del Dipartimento di Scienze Sociali Politiche e Cognitive

 

 

Riferimenti bibliografici

Phillips, E., Zhao, X., Ullman, D., & Malle, B. F. (2018). What is human-like?: Decomposing robot

human-like appearance using the Anthropomorphic roBOT (ABOT) Database. HRI ’18

Perugia, G., Guidi, S., Bicchi, M.; Parlangeli, O. (2022). The Shape of Our Bias: Perceived Age

and Gender in the Humanoid Robots of the ABOT Database. In Proceedings of the 2022 17th

ACM/IEEE International Conference on Human-Robot Interaction. ACM/IEEE

 

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BRIGHT-NIGHT is an European Researchers' Night project funded by the European Commission under the Marie Skłodowska-Curie actions GA 101061075